In Messico si vogliono vietare le scommesse su tutte le macchine da gioco

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Il Segretariato degli Interni del Messico (Segob) sta lavorando per proibire le scommesse o le estrazioni in qualsiasi tipo di macchina, comprese le slot, il bingo e i simulatori di carte. Una nuova stretta dopo quella che si preannuncia nel Regno Unito, pur meno graduale.

A conferma di ciò, lo scorso 7 settembre la Segob ha pubblicato una bozza di decreto che è stata presentata alla Commissione nazionale per il miglioramento normativo (Conamer), intendendo proibire tutti i giochi che sono soggetti a probabilità.

Tuttavia, i 444 casinò che attualmente operano in Messico potranno mantenere nuove macchine fino alla scadenza delle loro licenze. Non saranno invece rilasciate nuove licenze. Si consideri però che, di contro, ci sono 408 licenze aggiuntive che vengono rilasciate ai casinò che non operano al momento e che anche loro non potranno utilizzare le macchine, a ribadire la grande portata del decreto, qualora entri in vigore.

Secondo il governo, la legge federale sui giochi e i sorteggi vieta già il gioco d’azzardo. Tuttavia, la legge che non permette le slot machine non è cambiata dal 1947, quando le macchine furono legalizzate dall’ex presidente Felipe Calderón e approvate dalla Corte Suprema di Giustizia.

Nel disegno di legge è scritto ora che “lo Stato messicano ha la responsabilità di salvaguardare i diritti delle persone in condizioni di vulnerabilità, evitando gli effetti potenzialmente dannosi del gioco d’azzardo che possono avere un impatto sui bambini, gli adolescenti, i giovani del Paese e gli anziani, così come i danni che possono essere causati alle persone con disabilità mentali o psicosociali o a coloro che soffrono di qualsiasi malattia o dipendenza, come il gioco compulsivo o un disturbo da gioco d’azzardo“. Segob vuole anche eliminare dalla scena del gioco d’azzardo tutti gli operatori che possono acquistare le macchine tramite terzi, consentendo loro di diventare “sub-permessi”.

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Un decreto che fa discutere

L’Associazione dei titolari di autorizzazioni, operatori e fornitori dell’industria del gioco e dell’intrattenimento (AIEJA) non è d’accordo con la decisione. In particolare, la loro principale preoccupazione è la diminuzione delle entrate, che può arrivare al 90%, e l’Imposta Speciale sulla Produzione e sui Servizi (IEPS) ne risentirà notevolmente. Inoltre, le sale da gioco potrebbero chiudere, causando il licenziamento di molte persone. Solo nell’industria del gioco d’azzardo ci sono circa 50.000 posti di lavoro diretti e fino a 120.000 indiretti, come riporta Yogonet.

Alfonso Pérez Lizaur, responsabile dell’Associazione dei titolari di autorizzazioni e fornitori di giochi e lotterie, ha paragonato la nuova situazione del mercato al “guardare la televisione in bianco e nero“, aggiungendo poi che “la partecipazione dei giocatori alle sale da gioco diminuirebbe drasticamente, poiché l’offerta di intrattenimento sarebbe seriamente compromessa. Si perderebbero migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, oltre a ingenti contributi all’erario e agli enti federali”.

Tuttavia, secondo il Ministero delle Finanze e del Credito Pubblico (SHCP), l’Imposta Speciale sulla Produzione e sui Servizi (IEPS) sui giochi e sulle lotterie rappresentava solo l’1% di tutte le entrate che il Paese generava con questa imposta. Le imposte locali, tuttavia, ne risentiranno notevolmente, dal momento che, al momento, tutti i concessionari e i casinò sono obbligati a pagare le tasse di installazione e di funzionamento.

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